“Casa Paradiso” di Mario Volpe è un romanzo intenso e toccante che esplora con delicatezza e realismo il tema della vecchiaia, della solitudine e dei fragili equilibri familiari. Attraverso la storia di Benito Gramaglia, ingegnere ferroviario svizzero in pensione, il lettore viene condotto in un viaggio emotivo che scava nelle dinamiche affettive tra genitori e figli, mettendo a nudo le ipocrisie e le tensioni latenti spesso celate dietro rapporti di apparente serenità.
Il trasferimento di Benito nella lussuosa residenza per anziani “Casa Paradiso”, situata tra i monti del Ticino, rappresenta l’inizio di un nuovo capitolo della sua vita, ma anche il punto di rottura definitivo con i suoi figli Febo, Belinda e Lory. La scelta di cedere gran parte del proprio patrimonio alla struttura in cambio di cure fino agli ultimi giorni innesca un progressivo distacco dei figli, le cui visite si diradano fino quasi a scomparire. È qui che il romanzo assume toni amari e disincantati, mostrando come il denaro e l’interesse economico possano spesso prevalere sull’affetto sincero.
Mario Volpe tratteggia con grande abilità psicologica la metamorfosi di Benito: da uomo lucido e indipendente, l’anziano scivola lentamente in uno stato di demenza, alternando momenti di lucidità a episodi di smarrimento e confusione. Tuttavia, proprio in questo periodo difficile, Benito si dimostra ancora una volta ingegnoso e astuto, escogitando un piano sottile per ricondurre i figli al suo fianco: la falsa notizia dell’esistenza di un’eredità residua. Un espediente che getta i tre fratelli in un vortice di rivalità e competizione, costringendoli a fare i conti con i propri errori e con il peso delle scelte passate.
Il romanzo non si limita però a raccontare la storia di un uomo anziano e dei suoi figli, ma si addentra nei temi universali delle relazioni familiari, del senso di colpa, delle aspettative tradite e dei rimpianti. Febo, Belinda e Lory incarnano tre percorsi di vita diversi, segnati da divergenze professionali, scelte personali e orientamenti sessuali, che diventano terreno fertile per scontri e incomprensioni. Le loro vicende individuali si intrecciano così con la parabola discendente di Benito, creando un intreccio narrativo che stimola nel lettore una riflessione profonda sui veri valori dell’esistenza.
La prosa di Volpe è asciutta ma evocativa, capace di alternare momenti di malinconia a lampi di ironia, soprattutto nelle conversazioni tra gli ospiti di Casa Paradiso, dove la vecchiaia si mostra con le sue fragilità ma anche con una sorprendente vitalità. L’autore riesce a trasmettere con efficacia il senso di abbandono e di invisibilità che spesso accompagna gli ultimi anni di vita degli anziani, senza mai scivolare nel pietismo.
Il finale del romanzo è commovente e lascia spazio a un’importante riflessione: al di là del denaro e delle convenzioni sociali, ciò che resta davvero è l’amore e la presenza autentica accanto a chi si ama. “Casa Paradiso” è, in definitiva, una lettura che colpisce al cuore, capace di far emergere domande essenziali su cosa significhi davvero essere famiglia e su quale sia l’eredità più preziosa che possiamo lasciare ai nostri cari.
Un romanzo consigliato a chi desidera confrontarsi con temi profondi e attuali, narrati con sensibilità e una buona dose di verità.